Commercialista con sangue romagnolo, guidata dagli esempi di forza e di coraggio della mamma e della nonna, costruisce con passione e spirito di sacrificio la sua storia professionale: intervista alla Presidente, Enrica Cavalli. Sarà anche la curiosità per le nuove esperienze e l’attrazione per le sfide a indirizzarla verso esperienze più complesse che la conducono da presidente della Banca Malatestiana alla nomina, nel maggio 2022, a Vicepresidente del Gruppo Cassa Centrale Banca.
Ci racconta il suo percorso professionale e quali sono state le tappe significative?
Sono nata e vivo da sempre a Rimini, dove svolgo la professione di commercialista da oltre trent’anni. Dopo un periodo di praticantato e l’abilitazione, decisi di intraprendere l’attività professionale in proprio sia per il mio carattere indipendente che per rendermi economicamente autonoma. Durante questo periodo mi sono anche laureata. Sono entrata nel mondo del Credito Cooperativo nel 1999. La mia professione mi ha sempre appassionato, ma sono anche sempre stata curiosa di spaziare in altri ambiti e questo mio spirito mi ha portato ad accettare di candidarmi a consigliera dell’allora Banca di Credito Cooperativo di San Vito e Santa Giustina, oggi Banca Malatestiana di Rimini, risultando eletta dall’assemblea di soci. Allora i soci erano pressoché tutti uomini così come i componenti del consiglio di amministrazione. In seguito, scoprii di essere l’unica consigliera nelle BCC della Regione Emilia-Romagna. Mi piace pensare di essere stata eletta non solo per le mie conoscenze tecniche, ma anche per la passione trasmessa nel mio intervento di presentazione e per la curiosità suscitata in quanto donna. Nel 2010 fui nominata vicepresidente di Banca Malastestiana e dal 2011 presidente. Nel periodo successivo ho anche ricoperto incarichi regionali e nazionali nell’ambito del movimento del credito cooperativo quali membro del c.d.a. di Iccrea Holding e Federcasse, Presidente di Cedecra Informatica Bancaria e Presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia-Romagna. Il 14 gennaio 2019 rappresenta per me un’altra data significativa, essendo stata nominata consigliera del Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca Spa di cui dal 30 maggio 2022 sono anche vicepresidente.
Un’esperienza di cui sono orgogliosa è stata quella che nel 2004 mi ha visto fra le socie fondatrici dell’Associazione iDEE Donne del Credito Cooperativo, di cui sono stata anche presidente. Grazie all’esperienza anche umana maturata in iDEE e durante lo svolgimento degli altri incarichi, ho potuto conoscere sempre meglio il mondo del credito cooperativo non solo nel contesto locale, ma anche in ambito nazionale.
Quali sentimenti hanno guidato/affiancato i risultati poi raggiunti?
Sicuramente la passione per il lavoro, che mi permette di non annoiarmi (una delle cose che più temo), la curiosità per le nuove esperienze e gli incontri professionali, l’attrazione per le sfide, lo spirito di sacrificio che necessariamente richiede il ricoprire incarichi di una certa responsabilità. É’ grazie a questi sentimenti che si possono affrontare le difficoltà che inevitabilmente si presentano nella propria attività. Sono convinta sia utile, almeno nel mio caso, anche una certa dose di empatia che è fondamentale in particolar modo in contesti lavorativi altamente competitivi e dove è richiesto un forte spirito di squadra e di leadership per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Quali sono le qualità personali, che a suo avviso, sono state determinanti per consentire il raggiungimento della sua posizione apicale?
Ho sempre fondato le mie azioni su professionalità, trasparenza e lealtà, predisposizione all’ascolto ed al confronto che credo siano indispensabili per il raggiungimento di obiettivi apprezzabili, oltre alla costanza ed all’equilibrio. Credo anche molto nel non dare mai nulla per scontato e nel non arrendersi mai a priori; io sono per natura ottimista e non credo ci siano cause perse in partenza, solo casi complicati che però offrono la possibilità di dimostrare, a me stessa in primis, che con le mie forze e le mie capacità riesco a risolvere problematiche complesse. Non sono una “specialista”, tutt’altro: mi piace avere una visione a 360 gradi, spaziare, aggiornarmi, ampliare il mio bagaglio di conoscenze e crescere ogni giorno. Penso quindi che siano fondamentali i corsi di aggiornamento: ne ho sempre seguiti, sia quelli tecnici che quelli di natura comportamentale.
Secondo le stime dell’International Labour Organization, le donne sono ancora lontane dal raggiungimento della parità di genere nel mondo del lavoro. Qual è la sua posizione a riguardo? Ha avuto modo di riscontrare un miglioramento nell’ultimo periodo della posizione femminile all’interno del mondo del Credito Cooperativo?
Penso, sia in generale che nel mondo del credito cooperativo, ci sia ancora molta strada da fare per raggiungere una reale parità, ma da quando ho iniziato io è cambiato tanto. La difficoltà maggiore è quella di arrivare a ricoprire incarichi dirigenziali, una difficoltà legata sì al contesto storico – culturale, ma anche al fatto che noi donne spesso siamo le più severe critiche di noi stesse, siamo portate a non apprezzarci per quanto realmente valiamo. Mi spiego meglio, ricordando una mia esperienza personale agli inizi della mia carriera che ritengo significativa. Mi trovavo in un contesto lavorativo di unica donna fra diversi colleghi uomini; ritenevo di aver individuato la soluzione alla problematica in discussione, ma mi trattenni dall’esporla per eccesso di cautela e temendo di “bruciarmi”, finché poco dopo ciò che io pensavo lo disse, apprezzato da tutti, un collega. Ecco, credo che noi donne a volte ci facciamo fregare da un eccesso di cautela, per questo ho imparato col tempo a non aver timore di rischiare, di “buttarmi”. Penso siano state utili nel tempo le normative introdotte sulla parità di genere, che hanno rappresentato un necessario punto di partenza per cambiare uno status quo fossilizzato e aiutare ad aprire di più le possibilità alle donne. Mia nonna e mia mamma, due grandi esempi di vita per me, pur nella condizione di umiltà delle loro origini e grandi difficoltà nel tempo in cui sono vissute, le ho sempre considerate due femministe ante litteram per la forza ed il coraggio con cui hanno affrontato le difficoltà della vita, per il loro fervore libertario ed il loro cercare di essere indipendenti. Mi hanno trasmesso tutto ciò e mi hanno sempre sostenuto e ogni volta che raggiungo un traguardo, lo dedico idealmente a loro ed a tutte quelle donne che hanno sofferto e hanno dovuto sacrificare le loro ambizioni.
In conclusione, ritengo auspicabile che si prenda sempre più coscienza e consapevolezza di come la parità uomo donna non sia tanto un beneficio per il mondo femminile, ma un beneficio per tutti, considerato oramai che vari studi concordemente evidenziano come il disequilibrio rappresenti un costo e che pertanto il perseguimento di una parità di genere, a tutti gli ambiti e livelli, è un’opportunità di miglioramento per la società e di sviluppo per il nostro Paese.
Intervista di Maria Giuseppina Cimino – Associazione iDEE donne del Credito Cooperativo.