Confronto-intervista con la Presidente di iDEE, Teresa Fiordelisi su C’è ancora domani.
Il film di Paola Cortellesi che ha riscosso un grande successo in questi mesi ci ha fatto vivere emozioni contrastanti. Rabbia, dolore, speranza e amore. È il film che tutti inconsapevolmente aspettavamo di vedere e che forse ci ha permesso di “liberarci” di quanto nel tempo ciascuna/o di noi ha introiettato attraverso gli episodi di violenza, di aggressione, di ingiustizia. C’è ancora domani è un film che ti avvolge, pian piano ti stringe e ti accompagna in un percorso di consapevolezza emotiva con la quale dobbiamo fare ancora i conti.
Confronto-intervista con la Presidente di iDEE, Teresa Fiordelisi su C’è ancora domani.
Il film di Paola Cortellesi che ha riscosso un grande successo in questi mesi ci ha fatto vivere emozioni contrastanti. Rabbia, dolore, speranza e amore. È il film che tutti inconsapevolmente aspettavamo di vedere e che forse ci ha permesso di “liberarci” di quanto nel tempo ciascuna/o di noi ha introiettato attraverso gli episodi di violenza, di aggressione, di ingiustizia. C’è ancora domani è un film che ti avvolge, pian piano ti stringe e ti accompagna in un percorso di consapevolezza emotiva con la quale dobbiamo fare ancora i conti. Abbiamo quindi voluto utilizzarlo come spunto dell’intervista con la Presidente di Idee.
L’impegno comune, personale e sociale, attraverso il quale iDEE veicola messaggi di inclusione, di riconoscimento degli spazi e degli stessi ruoli a donne e uomini contribuisce a rendere via via più sostenibile il faticoso percorso di valorizzazione dei talenti e delle esperienze professionali femminili.
Teresa Fiordelisi, laureata in Giurisprudenza nel 1988 presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, è avvocata iscritta all’Albo degli Avvocati Cassazionisti e dal1997 è Presidente della Bcc Basilicata Credito Cooperativo di Laurenzana e Comuni Lucani. Dal 2019 è consigliera di amministrazione e successivamente con incarico di Vicepresidente di Iccrea Banca s.p.a., Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Bcc Iccrea. Dal 2014 è componente del Consiglio Nazionale di Federcasse (Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo/Casse Rurali ed Artigiane). Dal 26.11.2016 è Presidente di iDEE, l’Associazione delle Donne del Credito Cooperativo, che si propone di promuovere e valorizzare il contributo delle donne nel Sistema del Credito Cooperativo.
C’è ancora domani, il film di Paola Cortellesi, si chiude con il primo grande passo del percorso verso la parità di genere. Secondo lei a che punto del percorso siamo?
C’è ancora domani è un film estremamente potente, non a caso, come iDEE, Associazione delle donne del Credito Cooperativo, realtà che mi onoro di presiedere, abbiamo scelto di partire proprio dal titolo di questo film per veicolare molti dei nostri messaggi tra i mesi di novembre e dicembre 2023. In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ad esempio, abbiamo scelto di diffondere messaggi di sensibilizzazione con questo incipit: «C’è ancora domani per cambiare, iniziando da oggi».
Ho fatto questa premessa perché il film in questione, ambientato nel secondo dopoguerra, ci ricorda che c’era ancora un domani per cambiare, ma a distanza di quasi 80 anni, abbiamo ancora bisogno di importanti stimoli per agire e attuare un cambiamento radicale a favore di piene pari opportunità. Non possiamo dirci di essere arrivate e arrivati, non abbiamo ancora realizzato un mondo, o anche solo un Paese, l’Italia, privo di violenza e discriminazione contro le donne.
Per citare solo alcuni dati, nel 2023 il nostro Paese è precipitato dalla sessantatreesima alla settantanovesima posizione nella classifica del Global Gender Gap Report, che monitora i progressi verso la parità di genere in 143 Paesi. Considerando i 36 Paesi europei, ci collochiamo al trentesimo posto e proprio il 25 novembre, ricordavamo le 103 vittime di femminicidio in Italia dell’anno.
Facciamo sicuramente i conti con una storia relativamente recente di protagonismo femminile, che porta con sé retaggi secolari e millenari di stereotipi e discriminazioni di genere.
Se penso al mondo nel quale opero, quello bancario, troviamo donne negli istituti di credito solamente dagli anni ’50 e ’60, con un’assunzione e un ruolo riconosciuto. Questo incide profondamente nel pensiero comune che ancora sembra non essere “abituato” a riconoscere e dare lo stesso spazio e gli stessi ruoli a donne e uomini, proprio perché manca un pregresso storico.
Il film si conclude con una scena che assume i tratti di un gesto eroico: avere il coraggio di essere protagoniste attive del cambiamento, accettando, possiamo immaginare, le conseguenze delle proprie azioni. La paura, però, non impedisce il concretizzarsi di un impegno personale, che si fa collettivo, perché non esista più un futuro di violenza, oppressione, prevaricazione a danno e contro alcuna donna.
Il passaggio del gesto da personale a gesto comunitario, fa la differenza.
Con le elezioni del 1946 il futuro viene plasmato da una coscienza collettiva, che riconosce la voce e il ruolo delle donne, effettivamente centrali per la nascita della Repubblica, grazie al contributo essenziale delle 12.998.131 di donne (rispetto agli 11.949.056 di uomini).
Oggi, dunque, abbiamo ancora fortemente bisogno di questo: di condividere un impegno personale e sociale, come singole persone e come collettività, per opporci a ogni meccanismo di violenza e discriminazione di genere che ci circonda, a partire dai più piccoli atteggiamenti denigratori e unirci, uomini e donne insieme, in un comune inno alla libertà, alla difesa dei diritti e della dignità, sulla scia del via dato da Delia e dagli altri milioni di donne che ci hanno passato il testimone.
Il film, drammatico e sorprendente allo stesso tempo, ci racconta di un femminile dimesso ma forte, silenzioso ma vitale. Tutte noi ci siamo riviste in qualche passaggio del film. Cosa le ha dato questo film?
Ritengo che C’è ancora domani sia un capolavoro che ci porterà a riflettere e metterci in discussione ancora a lungo.
La magistrale fotografia e sceneggiatura del film ci riporta a un’epoca ormai lontana, eppure familiare. È facile ritrovare riferimenti e dettagli che ci rimandano alle nostre radici, alla nostra storia.
Personalmente, il passaggio che più mi ha colpito è racchiuso in una delle ultime scene, quando sullo schermo appare lo sguardo fiero, orgoglioso, soddisfatto della figlia Marcella, che incrocia lo sguardo d’amore e fierezza di Delia. Questo agire della madre che spiana la strada a un futuro migliore, che porta sulle proprie spalle nuove possibilità per chi ci sarà domani, per le donne di domani, trovo sia un messaggio di incredibile potenza.
Nel mio piccolo, nella mia storia personale e professionale, ho sempre cercato di fare in modo che la mia crescita fosse occasione di condivisione e inclusione anche per altre donne.
Ricordo quando, la prima volta che mi fu offerto il ruolo di Presidente in Bcc Basilicata, incarico che ancora oggi ricopro, per poter accettare ho posto come condizione la necessità di far entrare in Consiglio di amministrazione almeno un’altra donna. Da quel momento la storia della mia banca è sempre stata caratterizzata da un forte protagonismo femminile, con un consiglio di amministrazione che si conferma da diversi rinnovi, a maggioranza femminile, in assoluta controtendenza con le statistiche italiane ed europee.
Mi piace pensare che noi donne possiamo operare il cambiamento anche in questo: aprendo porte e creando occasioni per altre donne, perché possano esprimersi, emergere, sperimentarsi e affermarsi.
Come possiamo contribuire con iDEE a liberarci dei pregiudizi?
Come dicevamo, le donne sono protagoniste della vita politica e di molti settori professionali da pochi decenni. Scontiamo ancora un pensiero, un linguaggio, una visione, fortemente condizionati da un sistema chiuso e patriarcale, che spesso, involontariamente e inconsapevolmente, ci troviamo ad alimentare.
In questo, tutte e tutti noi, insieme all’Associazione iDEE, possiamo, impegnandoci, contribuire alla presa di consapevolezza di tutti i bias cognitivi che condizionano il nostro modo di pensare e di interpretare la realtà, per scardinare visioni parziali e pregiudizi che ci portano a escludere le donne da ruoli di potere e responsabilità, da posizioni decisionali, da professioni scientifiche, stem o tecniche – e potrei fare ancora molti esempi – solo perché donne.
Sostenere e valorizzare il protagonismo femminile delle donne del Credito Cooperativo, obiettivo principe della nostra associazione, significa agire a livelli diversi per costruire una cultura attenta e inclusiva, in grado di riconoscere e valorizzare parimenti competenze, talenti e percorsi professionali di uomini e donne; significa offrire occasioni di formazione sui temi della parità, intrecciandoli con esigenze della contemporaneità.
iDEE – e con essa anche tutte le persone che ne fanno parte – cerca e cerchiamo, di offrire strumenti concreti ed efficaci per far comprendere a socie, soci ed enti del sistema Credito Cooperativo, quale sia il profondo vantaggio generato da un equo coinvolgimento delle donne, in termini di valore economico, di performance e reputazionale, oltre che di ragioni di natura etica o morale.
Grazie.
Intervista di Maria Giuseppina Cimino – iDEE Associazione delle donne del Credito Cooperativo.
Articolo pubblicato in anteprima assoluta sulla Rivista Vitamine Vaganti: La solidarietà delle donne, auspicata e agita (vitaminevaganti.com)