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L'APPELLO DI PAULINA SCHWARZ ALLE DONNE – RIVISTA VITAMINE VAGANTI

L'APPELLO DI PAULINA SCHWARZ ALLE DONNE – RIVISTA VITAMINE VAGANTI

L'APPELLO DI PAULINA SCHWARZ ALLE DONNE – RIVISTA VITAMINE VAGANTI

Incontriamo Paulina Schwartz in collegamento da Bolzano, ci accoglie con un sorriso luminoso. Conversiamo degli obiettivi dell’intervista e del nostro interesse ad approfondire la sua storia di donna e di imprenditrice nel territorio altoatesino. Il suo percorso è dettato dalla forza e dalla determinazione di chi con senso di responsabilità e il buon lavoro, come lei stessa lo definisce, è riuscita a mantenere la sua indipendenza e ottenere rispetto

Cresciuta come figlia maggiore di sette bambine su un maso di montagna in Alto Adige, Paulina Schwarz ha dovuto fin da piccola assumersi delle responsabilità, sia nei campi che per le sorelle più piccole. Gli studi di giurisprudenza a Bologna e a Trento li ha percorsi lavorando nel tempo libero per autofinanziarsi questo percorso formativo. E quando ha avuto figli, non ha esitato a mettersi in proprio, nonostante avesse un lavoro fisso come responsabile del settore edile presso l’Associazione degli Artigiani che le dava grande soddisfazione. Attualmente ricopre anche il ruolo di presidente della Cassa Raiffeisen Etschtal e di Vicepresidente della Federazione Cooperative Raiffeisen, nonché di Consigliera dell’Associazione iDEE.

Ci racconta la sua storia? 
Dopo il percorso universitario, ancora giovane, ho avuto l’opportunità di dirigere il settore edile presso l’Associazione degli Artigiani. Sin da quel momento ho avuto la possibilità di partecipare ad alcuni Consigli di amministrazione, tra cui quello della Cassa Edile della Provincia di Bolzano e il Comitato Paritetico Edile. È stato durante questi anni che ho fatto esperienza di un ambiente lavorativo prevalentemente maschile. 
Negli anni iniziali della mia carriera, mi sono spesso ritrovata tra le poche donne, se non l’unica, nel mio contesto professionale, ma questo non mi ha mai demoralizzata. Sono sempre stata convinta che il buon lavoro e la dedizione portassero rispetto, e per questo motivo non ho mai avvertito di essere svantaggiata in quanto donna. Questo atteggiamento è sicuramente riconducibile al mio carattere: le critiche non le ho mai interpretate come attacchi personali. Nel 1999 ho fondato un’azienda specializzata nella gestione di appalti pubblici, nella consulenza delle certificazioni ISO e SOA fino alla consulenza in materia di sicurezza sul lavoro. Alla fine del 2023, l’azienda contava oltre 20 dipendenti. La mia decisione di fondare un’impresa è avvenuta poco dopo la nascita dei miei due gemelli, una scelta che ai tempi non è stata né compresa né approvata dal mio ambiente circostante. Mio marito è stato di grande supporto, prendendo il congedo di paternità, all’epoca una novità, permettendomi così di iniziare gradualmente la mia attività lavorativa. In seguito, ho trovato nel mio paese una fantastica tata , su cui ho potuto fare affidamento al 100%. 

Come è riuscita a conciliare il ruolo di mamma e quello di imprenditrice?  
I primi anni non sono stati certo facili e abbiamo invertito i ruoli tradizionali della famiglia: mio marito aveva orari di lavoro stabili mentre io ero la madre presente prevalentemente nei fine settimana. Spesso, quando si costituisce una famiglia, la donna opta per un impiego a tempo parziale, una scelta che può essere influenzata da motivazioni culturali o personali e che solitamente porta a una pausa nella carriera. La sfida per la società è quella di individuare soluzioni per affrontare questi temi. Personalmente, sono riuscita a conciliare entrambi gli aspetti, permettendo ai miei figli di crescere con l’esempio di una donna indipendente. 

Sul tema di genere in ambito lavorativo, lei ha dichiarato di essere sempre cauta nel dare consigli e ha suggerito di «fare e basta: chi affronta le cose con gioia, ottiene successo». Cosa intende? 
È arduo dispensare consigli alle/agli altri, poiché ognuno di noi vive esperienze e percorsi di vita unici. Ciò che funziona perfettamente per me potrebbe non essere necessariamente appropriato per gli/le altre. In linea di massima, preferisco evitare di imporre i miei suggerimenti. Quando sono convinta di qualcosa, prendo una decisione e agisco di conseguenza, senza lasciarmi influenzare dalle opinioni altrui. Molte delle mie iniziative sono nate dalla mia determinazione nel prendere in mano la situazione e cercare soluzioni concrete anziché discuterne. Esco dagli incontri lavorativi con una chiara presa di responsabilità; in sintesi, mi caratterizzo per un approccio pragmatico e la ricerca attiva di soluzioni. 

Nel 2015, la Federazione ha istituito il gruppo di lavoro Donne alla guida delle cooperative del quale è presidente. Di cosa si occupa e quali sono gli obiettivi? 
La principale preoccupazione risiede nel riconoscere la grave sottorappresentazione delle donne nelle posizioni di leadership all’interno delle cooperative. È stato fondamentale adottare un approccio sistematico per affrontare questa disparità. Incoraggiando le donne ad affrontare tali sfide e creando una rete di sostegno reciproco, desideriamo evidenziare l’esistenza di donne già affermate e il nostro impegno attivo per favorire una maggiore presenza femminile nei ruoli dirigenti. Il costante lavoro di motivazione sta producendo risultati tangibili, poiché le donne si sentono meno scoraggiate nel constatare la presenza di altre donne in posizioni di leadership. Un esempio concreto qualche anno fa è stata la nomina di una direttrice di banca nel mio comune di residenza, che ha stimolato altre donne a mostrare minori esitazioni nel cercare informazioni o nel candidarsi per un posto nel Consiglio di amministrazione. È fondamentale che le donne siano considerate modelli e siano incoraggiate a occupare ruoli di guida. Osservando il successo delle donne in altre istanze cooperative, comprendono che è possibile progredire anche in assenza di condizioni ottimali.

È dello scorso 29 settembre il primo Piano d’azione per la parità di genere Æquitas, a Bolzano, destinato a sostenere l’Alto Adige nella realizzazione della parità di genere. Esso è declinato attraverso 8 campi di azione, tra i quali quello di favorire la partecipazione delle donne nei processi decisionali della vita politica e sociale. Il racconto della Presidente Schwarz richiama anche questo ultimo punto e ci rinnova l’esortazione ad agire senza farsi condizionare dalle opinioni di chi ci circonda e dai condizionamenti che talvolta possono provenire dai ruoli più tradizionali riservati alle donne.  Impegno, determinazione, coraggio e sicurezza di sé sono gli ingredienti per la piena realizzazione. 

Intervista di Maria Giuseppina Cimino – iDEE Associazione delle donne del Credito Cooperativo.